A D�sseldorf la Cina si mette in mostra con uno stand collettivo riservato a 11 tra le maggiori aziende locali del settore tessile-abbigliamento. L'iniziativa è stata presentata da Gerald B�se, managing director di Igedo company, e da Du Yuzhou, presidente della China national garment association.
«Nel 2002», ha detto Youzhou, «in Cina il consumo interno di fibre è quadruplicato rispetto a quello del 1980 e le vendite al dettaglio di abbigliamento sono cresciute di nove volte. Nel frattempo, un numero sempre maggiore di prodotti di moda famosi a livello mondiale è entrato nel mercato cinese. Secondo le statistiche, più di 60 brand mondiali e più di 500 marchi internazionali hanno messo piede in Cina. La rapida crescita dell'industria dell'abbigliamento cinese non deriva solo dalla domanda interna legata a un potere d'acquisto sempre più elevato, ma anche dall'offerta di un sempre maggior numero di lavoratori che cerca un impiego. Nel 2002 la Cina ha registrato una popolazione di 1,285 miliardi di persone, di cui 935 milioni vivono nelle campagne. Oggi il reddito annuo dei residenti nelle campagne è pari al 32% di quello dei residenti nelle città».
«Poiché il tessile-abbigliamento è il settore con il maggior vantaggio competitivo per la Cina», ha concluso Yuzhou, «l'ammontare totale di filati elaborati ha raggiunto le 17,5 milioni di tonnellate nel 2002, pari al 30% del totale mondiale, il 20% dei quali per l'export. Questo ha giocato un ruolo fondamentale nel migliorare la bilancia dei pagamenti. Nel 2002 l'export dell'industria tessile cinese ha generato un reddito di 61,77 miliardi di dollari, di cui 41,19 miliardi provenienti dalle esportazioni di abbigliamento».
A cura di Pambianconews