La corsa è finita ma tutti scommettono sulla ripresa. Nel 2002 il lusso si è fermato e quest'anno farà un passo indietro del 5 per cento. Questa volta non è riuscito ad aggirare gli ostacoli: è inciampato su crisi economica, guerra in Irak e Sars. E dopo la crescita galoppante, il raddoppio dei ricavi in sette anni, al ritmo dell'8% annuo, deve fare i conti con la prima congiuntura negativa. L'industria del lusso è costretta a sfatare il mito che aveva fatto del lusso un'area immune, o quasi, da difficoltà economiche e schizofrenie del mercato della moda. è una pausa, assicurano gli imprenditori del lusso, riuniti a Roma da Altagamma, l'associazione delle imprese della fascia più alta di mercato, non solo di moda, e dalla Camera di Commercio romana per parlare di «Esperienza nell'eccellenza».
«è importante trasferire bene prodotti e marchi globali a livello locale, come fanno i department store americani», dice Gildo Zegna, amministratore delegato della Ermenegildo Zegna. Tutti si aspettano una ripresa significativa dopo l'estate. Anche Diego Della Valle, presidente di Tod's, che esorta Confindustria a sostenere la moda, e in particolare le piccole e medie imprese, e fa due richieste al Governo: sgravi fiscali per gli investimenti sull'innovazione e un'adeguata campagna di promozione, «non polverizzata su tutto il settore». E il presidente di Altagamma, Leonardo Ferragamo, lamenta «rigidità, burocrazie e costi crescenti che hanno reso la produzione italiana sempre meno competitiva». Il messaggio è diretto a Governo e Parlamento ma anche a Bruxelles «perché l'industria dell'eccellenza è patrimonio primario dell'Europa».
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Estratto da Il Sole 24 Ore del 12/07/03 a cura di Pambianconews