Il clima nella settimana della moda milanese non è buono. La situazione economica mondiale langue e in alcuni paesi lo stato d'animo dei consumatori è depresso. Quanto pesa la crisi in Germania per i produttori del lusso?
Non molto. Altri fattori sono molto più importanti. La Germania non è mai stata un mercato particolarmente interessante per le industrie del lusso. Poiché è un paese razionale, i tedeschi sono fortemente fissati su un buon rapporto di qualità/prezzo e non si lasciano guidare dalle emozioni.
I tedeschi sono molto meno pazzi per Gucci o Armani rispetto ai giapponesi e Americani? Esattamente. Il mercato tedesco non è un grande mercato di lusso, piuttosto un mass-market. In Germania i grandi stilisti non hanno mai avuto tempi d'oro.
Tuttavia fra Amburgo e Monaco di Baviera viene venduta abbondante moda #'Made in Italy''?
Questo è vero. Ma bisogna anche dire che questo riesce soltanto a quelle aziende del lusso che insieme alla moda vendono anche la qualità. Così Ermenegildo Zegna o Loro Piana hanno sofferto certamente meno negli ultimi mesi in Germania che stilisti che trasmettono solo fascino e glamour.
Quindi sono soltanto gli stilisti fashion ad essere sotto pressione?
Anche la fascia media dei produttori italiani di abbigliamento sta vivendo periodi duri. Per loro il mercato tedesco è molto importante. Queste imprese sentono la crisi e attualmente soffrono molto, perchè non offrono nè un'alta qualità nè quei prezzi bassi, che richiedono i consumatori tedeschi.
Quale strategia dovrebbe fare i produttori del lusso per avere successo in Germania?
In linea di principio non c'è una strategia corretta. Poiché il mercato tedesco non è recettivo per lusso. Di conseguenza penserei di investire nei nuovi mercati quali la Russia e la Cina. E in paesi come il Giappone, gli Usa o Hong Kong mi preoccuperei di difendere le percentuali di mercato acquisite.
Estratto da Handelsblatt del 24/06/03 a cura di Pambianconews