Una grande festa, anzi un evento, come al mondo della moda piace dire: per il lancio di Gf Ferrè, il sistema di linee che proietterà lo stilista in una dimensione giovane, arriva Asia Argento, star italiana di fama internazionale, questa volta nel ruolo di regista della sfilata. Arrivano tre dj specializzati in genere musicali diversi. Arriva la band per la musica live. Arrivano 1500 invitati nella struttura semindustriale del Superstudio».
A spiegare questo complesso progetto stilistico e industriale, è l'amministratore delegato della Gianfranco Ferrè, Enrico Mambelli, che ha seguito questa ridefinizione del brand, finalizzata anche al riassorbimento dei servizi dei licenziatari (in questo caso la Marzotto, che produceva Gieffeeffe).
«Dalla prossima primavera l'80% del fatturato sarà generato internamente e Gf Ferrè contribuirà in modo determinante a questo obiettivo, oltre a semplificare la presenza del marchio. Oggi abbiamo articolato una struttura molto lineare: la Gianfranco Ferrè Black Label, etichetta nera, comprende il pr�t-à-porter uomo e donna. White Label al valore moda preferisce quello più classico del taglio accurato e del tessuto di qualità. E Red Label, solo per donna, sottolinea una vestibilità più morbida, soft, dedicata alle taglie abbondanti. Mentre Gf Ferrè è una nuova etichetta e un nuovo modo di pensare, dedicato ai più giovani, con un logo straordinario ripensato dall'art director Tyler Brulé. Si tratta di un progetto completo con la sua linea di accessori, borse, scarpe, costumi da bagno e, l'anno prossimo, il profumo. Verrà lanciata anche la collezione occhiali coordinata: nello show se ne vedrà un'anticipazione, poi a ottobre sarà presentata al Silmo di Parigi».
E il futuro? Dipende dai buyer, se si riuscirà nell'ardua impresa di concentrarli visto che non tutti acquistano sia l'uomo sia la donna. «Ma siamo fiduciosi, spiega Mambelli. Noi presentiamo con energia e coerenza un prodotto nuovo, che però appartiene al Dna di Ferrè. Non possiamo dimenticare la bella storia di marchi tra jeans e sportwears come Oaks e Gieffeeffe, che si collocavano in una nicchia di mercato molto particolare, ripresa e potenziata dalla nuova griffe con una moda informale, disinvolta, aggiornata, ma chic e pulita. Anche per questo, aggregando i volumi di Ferrè Jeans e di Gieffeeffe e ottimizzandoli, calcoliamo di arrivare nella prima stagione a un fatturato tra 90 e 100 milioni di euro».
La prima boutique monogriffe sarà aperta a Las Vegas con un partner molto interessato alle linee giovani di Ittierre. Poi, entro il 2003, a Londra sarà inaugurato il primo negozio europeo, mentre a Milano malgrado le ricerche non sono stati ancora reperiti gli spazi adatti. In ogni caso nei primi 12 mesi dovrebbero essere ristrutturati i 22 negozi frutto delle gestioni precedenti che, da monomarca passano a multiprodotto.
Estratto da CorrierEconomia del 23/06/03 a cura di Pambianconews