Malgrado un aprile difficile e una congiuntura poco favorevole ai prodotti del lusso, il gruppo Hermès prevede di aumentare il fatturato nel 2003. L'anno scorso ha registrato un utile netto di 215,5 milioni di euro, il 6,8 per cento in più rispetto al 2001. Il fatturato globale si è attestato a 1,242 miliardi di euro, in salita dell'1,3 sull'anno precedente. Il margine operativo lordo è salito al 25,8 per cento, contro il 16,4 del 2001. Il settore cuoio è quello trainante e il successo del nuovo megastore di Tokyo ha inciso sui risultati.
Nel primo trimestre di quest'anno il giro d'affari consolidato del gruppo ha subito una flessione del 3,2 a 292 milioni di curo. Il gruppo ha sofferto del calo del turismo mondiale e dei cambi negativi. Ma in maggio c'è stata una ripresa. Il presidente del gruppo, Jean-Louis Dumas pur trincerandosi dietro alla prudenza in un momento così difficile, ha dichiarato che il gruppo Hermès intende investire 160 milioni di euro nel 2003, contro i 101,6 milioni dell'anno scorso. «I risultati del 2003 sono incoraggianti ma siamo nella tempesta», ha dichiarato. «Bisogna resistere e vigilare sulla situazione». Per il gruppo l'incubo Sars sembra essere ormai alle spalle e i negozi di Hong Kong hanno visto un lieve rialzo delle vendite.
In Italia ci sono sette negozi Hermès e altri dieci dati in concessione. L'anno prossimo verrà inaugurato un nuovo punto vendita a Palermo. Il nostro mercato incide per il venti per cento sul fatturato Europa del gruppo. «I primi cinque mesi dell'anno non sono stati brillantissimi ma siamo comunque in leggerissima crescita rispetto all'anno scorso con l'apporto, però, di un negozio in più che è quello di Napoli», dice Giovanni Marzi, amministratore delegato di Hermès Italia s.p.a. «II nostro core business è sempre il cuoio. Se potessimo disporre del prodotto per soddisfare la richiesta naturale del mercato saremmo in costante crescita».
Estratto da Affari & Finanza del 23/06/03 a cura di Pambianconews