Se ad annunciarlo fosse uno di quei talenti della provocazione alla Oliviero Toscani o alla Patrizio Bertelli, il patron di Prada dalle battute fulminanti, sarebbe già polemica, gran discussione, scontro. Ma Roberto Compagno, amministratore delegato di Incotex, è un uomo calmo, riflessivo, che ha sempre osservato il sistema della moda dalla posizione privilegiata dello specialista, che da più di cinquant'anni (l'azienda, con un fatturato di 35 milioni di euro, è nata nel 1951), realizza pantaloni.
«Siamo decentrati rispetto al cuore del fashion system, come tutte le aziende monoprodotto spiega Compagno. Per di più abbiamola sede a Mira, vicino a Venezia, dove la mia famiglia ha sempre abitato. Ma è proprio questa distanza che ci permette di avere un punto di vista diverso sul tempo, sulla velocità dei cambiamenti della moda, sulla personalità dei marchi: un fenomeno molto complesso e forse sottovalutato, come ci ha fatto capire la storia agitata di quelle acquisizioni che hanno preteso di cambiarne la natura profonda. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti».
é una strategia industriale, quella delle acquisizioni, che ha visto coinvolti in prima persona Marzio, responsabile dell'ufficio prodotto, e Roberto Compagno. Nell'aprile del 2002 hanno rilevato l'80% di Montedoro (il restante 20% è rimasto nelle mani del management), una fabbrica di capispalla di fascia alta con la quale collaborarono i grandi dello stile, da Walter Albini a Giorgio Armani. Mentre nel gennaio di quest'anno hanno perfezionato con Alberto Zanone l'acquisto della maggioranza del maglificio Zanone. «Qualcuno le chiama diversificazioni. Per me è vero il contrario: si tratta di nomi complementari con cui condividiamo un certo modo di pensare perché sono aziende specializzate, in sintonia con i gusti della nostra clientela e il livello della nostra immagine».
E' nata così l'operazione «Slowear», che sarà presentata a Pitti Uomo e che traduce in un innovativo progetto di distribuzione questa cultura monoprodotto del «fare le cose bene prendendosi tutto il tempo che serve». Perché i tre marchi verranno proposti insieme, per sottolineare l'umore comune, anche se ogni azienda continuerà a vivere in assoluta autonomia, senza centralizzare strutture e uffici che consentirebbe, è vero, economie di scala ma snaturerebbe il carattere della griffe.
Estratto da CorrierEconomia del 16/06/03 a cura di Pambianconews