Dalle magliette alle autostrade attraverso la ristorazione, l'abbigliamento sportivo e le telecomunicazioni. Ne è passato di tempo dal 1955, quando a Ponzano Veneto acquistarono la prima macchina per cucire. Negli ultimi otto anni i fratelli Luciano, Gilberto, Giuliana e Carlo Benetton hanno montato e poi smontato, pezzo dopo pezzo, sotto il cappello di Edizione holding, un gruppo che, partito dal tessile, è ormai diventato una conglomerata. Basti pensare che, nel 1994, il fatturato era per il 100% dovuto al tessile, mentre quest'anno i maglioni peseranno solo per il 30% sul totale, contro un 30% delle Autostrade e un 40% di Autogrill.
Questa diversificazione spinta è avvenuta con tre mosse vincenti e due errori da cui i fratelli stanno tentando in questi mesi di riprendersi con una ristrutturazione. La prima intuizione positiva fu l'acquisizione della Sme (1995), contenitore dei supermercati Gs e Autogrill.
La seconda mossa vincente fu l'ingresso in Autostrade (2000-2003). Vincente anche la mossa della partecipazione nel 20% del capitale di Olimpia (nel 2001) che ha portato la famiglia Benetton a spartirsi la torta di Olivetti-Telecom con Tronchetti Provera e le banche.
Due gli errori: l'acquisizione dei marchi di abbigliamento sportivo Nordica, Rollerblade e Prince con Benetton group (1997) e l'operazione Blu (1999). L'obiettivo di creare un polo sportivo fu un errore di strategia. Le tre società zavorrarono i conti con perdite operative che hanno pesato sul bilancio di Benetton group del 2002 con una svalutazione di 130 milioni di euro, contribuendo alla prima perdita di esercizio del gruppo dalla quotazione: 9,8 milioni di euro. Dalla vendita dei tre marchi (conclusasi solo alcuni giorni fa), Benetton group ha incassato poco più di 94 milioni.
Vedi tabella che segue
Estratto da Economy del 6/06/03 a cura di Pambianconews