Non c'è la politica della trincea dietro alla decisione della famiglia di fare un passo indietro nella gestione di Benetton Group: nessun collegamento con l'infelice avventura appena conclusa nel segmento dell'attrezzo sportivo e neppure con il primo bilancio in rosso, ma piuttosto una volontà di rilancio e di modernizzazione.
«Ai manager, in realtà, ha detto Luciano Benetton a margine dell'assemblea che ieri ha approvato il bilancio, noi abbiamo aperto fin dal 1986, quando ci quotammo in Borsa. Ora c'è bisogno di modernizzare la struttura, di affidare più deleghe all'amministratore per consentirgli di formare una sua squadra. La presenza della famiglia comportava in qualche modo dei titolari fissi, è bene non sia più così per snellire il governo ed in consiglio saremo solo in due ad avere deleghe». Nessun disimpegno, quindi, ma una rinnovata visione della gestione operativa per un gruppo che certamente non fa drammi per il primo bilancio in rosso per 9,8 milioni su ricavi consolidati per quasi 2 miliardi.
La #'mission'' di Silvano Cassano, che ieri è entrato nel cda ed ha sostituto Luigi De Puppi nel ruolo di amministratore delegato, è chiara: rifocalizzare l'azienda sul #'core business'', rinnovare la squadra, aumentare il grado di competitività che sul mercato si traduce soprattutto in un più forte appeal. I dati della trimestrale approvata sempre ieri vanno già in questa direzione. I ricavi dal casual, al netto dell'effetto cambi, crescono del 3,8% a 351 milioni, con un fatturato complessivo che si attesta a 444 milioni contro i 447 del 2002 per la prevista contrazione del segmento sportivo. L'utile netto del periodo sale del 29% a 25 milioni di euro ed il risultato operativo complessivo è di 54 milioni.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/05/03 a cura di Pambianconews