Thierry Nataf dall'inizio del 2002 è presidente della Zenith International, una delle più famose maison dell'orologeria svizzera entrata nel '99 nella scuderia del colosso Lvmh.
In che cosa consiste la rivoluzione Zenith?
«Negli ultimi tempi l'immagine si era un po' appannata. La nostra casa è nata nel 1865 ed ha goduto di 120 anni di grande gloria, ma negli ultimi 20-30 anni, con l'arrivo degli orologi al quarzo che hanno segnato profondamente il mercato dell'orologeria, mentre tutte le altre grandi case rilanciavano i loro marchi noi abbiamo fatto una scelta strategica sbagliata: abbiamo sviluppato movimenti per gli altri, per il Rolex Daytona e per Panerai, e ci siamo un po' dimenticati di noi stessi. Solamente il 10% dei movimenti che producevano finiva in orologi Zenith, ma senza un completo rispetto della nostra storia: abbiamo giocato con i prezzi e prodotto tanti orologi placcati».
Cos'è cambiato con Lvmh?
«Il passaggio è avvenuto nel dicembre '99. Nei primi tempi ci siamo mossi con molta cautela perché una casa di lusso, un'azienda artigianale come questa, ha bisogno di essere trattata con rispetto: la prima mossa è stata trattenere la gente che lavorava con noi, trattenere il loro sapere».
E dopo?
«L'obiettivo era rinascita. Come prima cosa bisognava ritrovare il colore della maison: il nostro colore è il marrone, così come Tiffany è blu o Hermes è arancio. Poi è stata la volta del marchio, ovvero la #'stella di buona fortuna'' scelta dal fondatore della casa George Favre Jacot, che con gli anni ed i passaggi di proprietà era stato più volte modificato e snaturato».
Che obiettivi economici vi siete dati?
« Abbiamo tre obiettivi: uno a breve, uno a medio ed uno a lungo termine. Il business dell'orologeria assomiglia molto a quello del vino, si va per cicli di dieci anni, ma io lavoro come se dovessi morire domani, per ottenere subito il massimo possibile. In certi paesi siamo già riusciti a raddoppiare il nostro fatturato ed ora mi affido alla nuova collezione… ».
Estratto da La Stampa del 31/03/03 a cura di Pambianconews