L'Industria pellettiera italiana nel 2002, e ancora più marcatamente in questo primo scorcio del 2003, ha continuato a soffrire, rinviando nuovamente la tanto attesa inversione di tendenza. Alla vigilia del Mipel (mercato internazionale della pelletteria) che si apre oggi a Milano, l'Aimpes sottolinea la pesante influenza della dinamica internazionale negativa per cui il settore ha visto ridursi le esportazioni (nei primi 11 mesi del 2002) del 10% a fronte di un aumento delle importazioni del 6,8%.
Sul mercato interno, la crisi dell'intero comparto moda si è comunque manifestata con minore intensità nella pelletteria che ha mantenuto una sostanziale stabilità di consumi, con un aumento dei volumi di vendita dello 0,4% e, contemporaneamente, dato il costante aumento dei prezzi, con una crescita del 4,8% in termini di valore. Da un'indagine condotta da Nielsen per conto di Aimpes presso un campione di negozi specializzati in pelletteria, e relativa all'andamento delle vendite per la primavera-estate, è stata rilevata una flessione piuttosto consistente (-2,3%).
La forte contrazione delle esportazioni e la crescita delle importazioni ha penalizzato il livello produttivo del settore, che ha subito una flessione stimabile tra il 5,8% e il 6,2%, attestando tra i 2.530 e i 2.540 milioni di euro. Le esportazioni hanno raggiunto, nel periodo gennaio-novembre 2002, il valore di 1.693 milioni di euro (-10%). Le importazioni sono aumentate del 6,8% in valore, che si è attestato a 773 milioni di euro, e del 6% in quantità. Prosegue costante l'espansione dei prodotti cinesi sul mercato nazionale (+5,9%): dalla Cina proviene oltre il 75% a valore dell'import di pelletteria dell'Italia, che ha superato nel periodo considerato i 59 milioni di euro.
Estratto da Ansa.it del 19/03/03 a cura di Pambianconews