Secondo uno studio di Pambianco Strategie di impresa le prime venti aziende al mondo della moda quotate in Borsa capitalizzano il 72,5% del totale del settore. Ma, tra le “top 20”, soltanto due sono italiane: Gucci, al sesto posto (anche se collocata nei listini di Amsterdam a New York), e Luxottica, al nono. Complessivamente, nell'intero 2002, il valore di tutte le aziende del lusso, dell'abbigliamento e del tessile quotate è crollato del 17% a poco più di 173 miliardi di euro, pari a circa l' 1% della capitalizzazione totale a livello mondiale (Usa, Italia, Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Spagna, Svizzera a Giappone). Ma, da inizio anno, il listino è rimbalzato del 2%: a soffrire di più, negli ultimi due mesi, il tessile (-8%), mentre l'abbigliamento ha messo a segno un +3% e il lusso un modesto +l%.
L'analisi evidenzia che il settore che vale di più è l'abbigliamento, con il 64%o del totale, seguito dal lusso con il 31% a dal tessile con il 5%. Differenziando la radiografia per Paesi, gli Usa con in testa con il 38% del totale; al secondo posto la Francia con il 13% e al terzo l'Italia con l' 11 per cento. ‘Le aziende della moda in senso allargato – si legge nell’analisi – hanno ancora un peso marginale nelle Borse mondiali, mentre un peso maggiore è riservato a quelle made in Italy nella Borsa italiana, vista l'importanza del settore per l'economia nazionale: in questo caso l'incidenza è di circa il 3,5%’.
Nella graduatoria delle 20 maggiori società mondiali del settore emerge con chiarezza che se la leadership per valore borsistico è detenuta dal colosso francese del lusso Lvmh con oltre 16 miliardi di euro, il podio è diviso – al contrario – da due giganti della moda a basso prezzo: la svedese Hennes & Mauritz (pronta allo sbarco anche in Italia) strappa il secondo posto alla rivale spagnola Inditex, nota per il marchio Zara. Ambedue capitalizzano intorno a 13 miliardi di euro a hanno ampiamente sorpassato la statunitense Gap a perfino la Nike.
Come divertissement, Pambianco ha elaborato anche un raffronto tra i valori di Borsa di alcune aziende della moda e alcuni gruppi industriali, limitatamente all'Italia. A inizio anno, Luxottica valeva più di Fiat (4.713 milioni di euro contro 3.392), Bulgari circa la metà di Pirelli (853 contro 1.558 milioni), Tod's quasi quanto Alitalia (722 contro 916), Gucci più di Mediaset (9.001 contro 7.394), Benetton poco meno di Parmalat (1.300 contro 1.702), It Holding circa la metà di Merloni (492 contro 1.088). ‘La moda – conclude la ricerca – ha un vissuto più immateriale e frivolo rispetto ad altri settori: nella sostanza, invece, rappresenta valori reali molto consistenti’.
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Estratto da Il Sole 24Ore del 2 marzo a cura di Pambianconews