L'amministratore delegato Diego Della Valle prevede per la società una crescita robusta puntando sulla qualità.
Diego Della Valle, amministratore delegato e azionista di maggioranza del gruppo marchigiano, non nasconde le grandi aspettative che nutre per la sua azienda. E difende con le unghie la sua filosofia imprenditoriale e il modello di sviluppo di Tod's. «Non vedrà mai – sostiene – il marchio Tod's su una saponetta. Continueremo a essere degli specialisti e a curare, con zelo maniacale, la qualità dei nostri prodotti: è questo che chiede il consumatore. E non il bailamme dove tutti producono tutto. Sarà discutibile, ma continuerò così» .
L'anno scorso avete ottenuto la migliore performance (+25,5%) in Asia. E gli analisti riconoscono quell'area come uno dei driver dello sviluppo. Cosa prevede?
Pesa molto il Giappone, dove recentemente abbiamo inaugurato il palazzo Tod's Omotesando. E un mercato dalle grandi potenzialità, dove già da quest' anno avremo una forte accelerazione. Dal 2004 inizieremo a produrre profitti a raddoppieremo le vendite anno su anno.
Non è rischioso puntare troppo su un Paese in recessione?
No: i dati dimostrano che le vendite dei brand hanno tenuto malgrado la recessione. E poi il consumatore giapponese è più attento alla qualità che alla velocità della moda. Oggi il Giappone pesa per il 6% sul nostro fatturato e arriverà al 20% in tempi non lunghi.
Negli Usa invece lo sviluppo di Tod's ha segnato il passo…
Abbiamo perso un po' di crescita: dopo l' 11 settembre ho preferito tagliare
le consegne ai negozi. Con il senno di poi, potevamo crescere del 5-6% in più. Abbiamo però consolidato marchio e reputazione.
Si consolida la crescita a due cifre di pelletteria a abbigliamento rispetto alle scarpe: è una scelta precisa?
Le calzature sono un prodotto più maturo. Cresceremo di più con borse e piccola pelletteria: hanno margini più elevati a un rischio magazzino contenuto. Inoltre dal 2004 sperimenteremo altri prodotti, compresi gli occhiali, ma senza licenze: non vogliamo diluire la forza del marchio.
Forse l'Ipo price di Tod's era troppo elevato?
Per niente. In Borsa ci sono andato nel momento peggiore per me: i multipli non tenevano conto che avevo spesato gli investimenti e rimanevano pochi utili. Ora, però, la macchina costruita produrrà più profitti. Anzi, dal 2005 la Tod's avrà un'altra faccia.
Tod's è sempre stata molto liquida e l'anno scorso ha distribuito un dividendo generoso. Quest'anno come andrà?
Abbiamo una posizione finanziaria , netta positiva e mi fa piacere pensare che i nostri azionisti beneficino di un dividendo tondo.
Estratto dal Sole 24 Ore del 24 febbraio a cura di Pambianconews