I ricercatori della banca d'affari Merrill Lynch, attraverso la quale passano due su tre delle azioni scambiate nel mondo, hanno cercato una strada nuova per tentare di dare una risposta alla domanda su chi sia meglio, per tentare di mettere in fila, in graduatoria le aziende della moda. La strada da loro scelta è solo apparentemente complicata, in realtà è molto cartesiana (e quindi, se si vuole, anche molto arbitraria).
Prima hanno scelto un mercato di riferimento e hanno puntato sul Giappone. Un vero mercato test. Insomma, si è stabilito che se un'azienda è così tosta da cavarsela in Giappone, poi potrà cavarsela anche nel resto del mondo, sia pure in momenti difficili.
Una volta stabilito il teatro dei confronti, i ricercatori di Merrill Lynch hanno messo le aziende del lusso su un grafico, considerando due serie di valori: l'incremento medio percentuale delle vendite negli ultimi cinque anni e l'incremento percentuale delle vendite nell'ultimo anno. Infine, hanno tirato una linea in corrispondenza dello zero (linea verticale) e dell'altro zero (linea orizzontale).
Ad esempio, Armani, negli ultimi cinque è cresciuto, in media, più del 5% all'anno e anche nel 2002 ha confermato questo suo trend di crescita. Hermès, poi, è una sorta di fenomeno della natura. Nell'arco degli ultimi cinque anni è cresciuto, come vendite, di oltre il 10% e nel 2002, anno di crisi, è andato ancora avanti di quasi il 20%. La definizione di star è in questo caso immediata.
Vuitton, altra azienda francese, ha fatto ancora meglio nell'arco degli ultimi cinque anni (crescita media del 15%), ma nell'ultimo anno è cresciuta 'solo' del 15%.
Vedi tabella che segue
Estratto da Affari & Finanza del 17/02/03 a cura di Pambianconews