L'edizione di Pitti Immagine Filati che si apre oggi è un importante momento di verifica per il tessile nazionale. Il sistema della moda italiana si avvia a superare il punto di minimo, ma basterà per recuperare le perdite del 2002?
I timidi segnali di ripresa di fine anno si sono ripresentati con le ultime manifestazioni fieristiche dedicate alla moda uomo, ma ora aspettano una conferma che potrebbe delinearsi già dalla fiera fiorentina dei filati.
Nelle proiezioni di Smi-Ati per il 2003 il fatturato dell'industria tessile italiana dovrebbe mettere a segno un +2,7% a 19,8 miliardi, variazione che copre solo in parte le perdite del 2002. Le esportazioni dovrebbero salire del 3,9% (7,7 miliardi), a fronte di un aumento delle importazioni del 5,3% (3,4 miliardi). Il saldo commerciale dovrebbe risultare così quasi invariato rispetto al 2002 (4,3 miliardi di euro nelle stime, dai 4,2 miliardi del 2002).
In base alle statistiche di Smi-Ati, l'industria tessile nel 2002 ha subito un calo del fatturato del 5,2% rispetto al 2001, totalizzando 19,3 miliardi di euro. Segno meno sia per l'andamento delle esportazioni, in ribasso del 5,2% a 7,5 miliardi di euro, sia per le importazioni, scese del 7,6% a 4,2 miliardi di euro.
In particolare, l'industria tessile-laniera ha registrato un pesante -9,7% del giro d'affari, condizionato dal -12% relativo all'Italia (-5% per l'estero) per la campagna ordini invernale 2002-2003. I comparti tessile-serico e cotoniero-laniero, invece hanno limitato le perdite con una flessione media del 5% nel 2002.
Estratto da Fashionmagazine.it del 5/02/03 a cura di Pambianconews