Tanto potere, pochi soldi (sborsati). Sarà senz'altro un vizio italico, come scrive il Wall Street Journal, quello di un capitalismo con pochi capitali. Ma tant'è. I Benetton capiscono e si adeguano. Eccoli lì, allora, a tentare la conquista del 100 per cento della Società Autostrade con un meccanismo che alla fine garantirebbe loro il possesso di un colosso da 11,3 miliardi di euro (valore della capitalizzazione di borsa) con una spesuccia di appena 651 milioni.
Se tutto andrà per il verso giusto, i Benetton, che hanno messo insieme un patrimonio di 4,9 miliardi di dollari, corrispondente al 62� posto nella classifica di Forbes dei Paperoni mondiali, avranno definitivamente cambiato pelle.
Si troveranno in mano un colosso di dimensioni europee capace di muoversi a 360 gradi nei servizi e, più specificamente, sul remunerativo terreno della mobilità. Con Autostrade, stazioni ferroviarie, aeroporti, autogrill. Come dire, i settori dove si gioca la modernizzazione del Paese. D'altronde, bastano due dati: la redditività di maglioni &, c. è del 7 per cento; con i pedaggi si guadagna il 18 per cento.