«è difficile pensare a una sensualità in Scandinavia», aveva detto Giorgio Armani a bordo passerella dopo l'ultima sfilata donna, «meglio il fascino dell'Oriente». Oggi lo stilista, che nella collezione femminile ha modulato movimenti fluidi e goffrature, conferma la sua passione per il lontano Est ed estende il suo impero a Hong Kong e in tutta la Cina. è stato infatti inaugurato ieri nella ex colonia britannica Armani/Chater house, negozio-cattedrale della griffe dell'aquila (3 mila metri quadrati) secondo per dimensioni solo allo spazio milanese di via Manzoni 31.
Il piano di espansione della rete di negozi della maison di via Borgonuovo è agguerrito anche nell'area dell'Europa dell'Est: la griffe ha infatti appena inaugurato (il 30 ottobre, ndr) il primo negozio Armani collezioni in Ucraina. La boutique, situata al 22 di Vladimirskaya street, è di proprietà del calciatore Andrij Schevchenko, che ha stretto un accordo di franchising con il gruppo Armani. L'opening del monomarca si inquadra nel piano di espansione nell'area Est Europea, che include il negozio Armani di 345 metri a Mosca (accanto alla boutique Armani inaugurata all'inizio dell'estate scorsa) e il potenziamento della distribuzione in Croazia e nella Repubblica Ceca. Nel 2001 il fatturato consolidato del gruppo Armani è salito del 23% a 1,272 miliardi di euro, mentre la bottom line è scesa a 110 milioni di euro (-9,4%) a causa degli investimenti record (307 milioni di euro), che hanno inciso sui profitti.