Lancia la linea design. Svilupperà la collezione Ice jeans. E sta valutando la possibilità di fare shopping, inserendo nel portafoglio aziendale una società italiana di abbigliamento. Ecco la strategia firmata dal gruppo Gilmar e dalla sua griffe ammiraglia Iceberg, che nei giorni scorsi ha dato il via al progetto di sviluppo retail. Il planning a breve termine prevede un poker di aperture, come Mosca, Amsterdam e Verona, ed è partito con l'opening a Riccione del primo H-art store, il nuovo concept per le boutique Iceberg.
«Il gruppo Gilmar chiuderà il 2002 con un fatturato sostanzialmente stabile rispetto al 2001, a quota 166 milioni di euro», ha spiegato Paolo Gerani, direttore creativo di Iceberg, «abbiamo perso terreno negli Usa ma abbiamo guadagnato in Europa. Stiamo considerando gli sviluppi in Estremo oriente e anche la Russia sta diventando un mercato importante. A febbraio 2003 apriremo un punto vendita Iceberg in una mall a Mosca. E nello stesso mese inaugureremo un monomarca ad Amsterdam, un franchising di circa 150 metri quadrati. Per quanto riguarda la chiusura del negozio di Londra in Sloane street, non era strategico dal punto di vista dei costi, considerato anche che soprattutto in quella zona della città siamo già presenti nei migliori multimarca. La nostra politica non è quella di perdere molto sui monomarca. Meglio avere una struttura snella e flessibile».
La griffe di San Giovanni in Marignano ha inoltre preso contatti per realizzare una linea di intimo, che sarà prodotta su licenza. Ma in vista ci sono altre novità. «L'etichetta Ice jeans Iceberg sta andando bene», ha continuato Gerani, «contiamo di svilupparla con una vera seconda linea, magari portandola in passerella: si chiamerà solo Ice e verrà potenziata con alcuni accordi di licenza. Non abbiamo intenzione di prendere nuovi stilisti da produrre. Ma il gruppo sta valutando, tra due opzioni, la possibilità di fare l'acquisizione di un'azienda italiana di abbigliamento».