Iceberg, la griffe di punta del gruppo Gilmar (fatturato di 166 milioni di euro nel 2001, contro i 141 del 2000), piace ai giovani e ai loro idoli, con cui parla con le campagne pubblicitarie del trasgressivo David La Chapelle. E proprio nel laboratorio delle nuove tendenze, ovvero Riccione, aprirà in questi giorni un negozio di nuova concezione, un po' boutique, un po' galleria d'arte. Business e divertimento, il circolo vizioso che ha fatto la fortuna dell'Adriatico. E che ha spinto la famiglia Gerani a sborsare 7,5 milioni di euro per ristrutturare la storica Pelota di Brera, a Milano, ex tempio del gioco e ora tempio dell'immagine.
Paolo Gerani, figlio dei fondatori della Gilmar, parla con Panorama delle novità in corso.
La vostra è un'azienda familiare: c'è ancora spazio per una formula così?
#'Sì, ed è uno spazio che fa parte dello specifico italiano: guardi le famiglie Benetton, Maramotti, Ferretti. Una cosa è importante: bisogna dare autonomia ai manager, farli lavorare bene. Ma poi devono essere controllati da un leader che rappresenta la famiglia''.
E' vero che state trattando per comprare due aziende?
#'Lo eravamo, ma poi è saltato tutto con l'11 settembre. Ora c'è una trattativa con un'azienda italiana di pret-a-porter Non abbiamo smania di comprare marchi: poi li devi gestire, e l'esperienza di colleghi illustri che non hanno saputo farlo ci è servita da lezione''.