«Il nostro obiettivo è senz'altro quello di riportare la Safilo in Borsa. Naturalmente non alle attuali condizioni di mercato, ma credo che sia un obiettivo raggiungibile nel giro dei prossimi due-tre anni».
Vittorio Tabacchi, presidente del gruppo Safilo, uno dei maggiori produttori mondiali di occhiali, ripercorre la tappe che hanno portato alla risoluzione dei diverbi in famiglia e quindi all'Opa obbligatoria che ha determinato al ritiro della società dalla Borsa, ma resta convinto che la quotazione resti la destinazione logica del gruppo.
«Continuiamo a operare, dice Tabacchi, seguendo gli stessi criteri gestionali e contabili di quando eravamo quotati; per esempio non abbiamo smesso di produrre cifre trimestrali. Puntiamo a tornare in Borsa quando i mercati lo permettano, anche allo scopo di rientrare dell'esposizione assunta per rilevare tutto il gruppo. Credo anche che, esaurita la fase in cui si erano create valutazioni eccessive per società senza un'attività definita o senza redditività, la Borsa tornerà ad apprezzare meglio gruppi solidi come il nostro».
Nei primi sei mesi di quest'anno, la Safilo ha realizzato un fatturato consolidato di 510,4 milioni di euro, con un aumento del 5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Metà del fatturato del gruppo veneto, sottolinea Tabacchi, viene dall'occhialeria da vista, meno sensibile all'andamento del ciclo economico e che quindi mette parzialmente al riparo la Safilo dalla difficile congiuntura internazionale.