Il recente consolidamento, la ristrutturazione e l'espansione del settore dei beni di lusso italiano, avvenuto sullo sfondo di un mercato ciclico, ha influito in maniera significativa sulle caratteristiche di credito dei suoi protagonisti, differenziandoli nettamente relativamente alla tenuta della redditività e alla capacità di procedere negli investimenti sul lungo termine anche in tempi di crisi. Lo dice Standard & Poor's in un report datato oggi.
''Se risultano rafforzati il profilo di business, e quindi la qualità del credito, di quelli che si sono concentrati sull'efficienza e sulla crescita interna, è (invece) sotto pressione la qualità del credito di quelli che hanno posizioni di business più deboli o politiche finanziarie e di crescita esterna aggressive'', dice Benedetta Rospigliosi, tra gli autori del rapporto, dell'ufficio milanese di Standard & Poor's.
Se le società italiane generalmente traggono beneficio da una sostanziale flessibilità operativa, da bassi rischi di integrazione, da un forte riconoscimento dei prodotti #made in Italy', e da un buon mix geografico e di prodotti, quelli che si affidano più al #pret-à-porter' che agli accessori sono relativamente più esposti ai rischi impliciti nel sistema moda, rileva Standard & Poor's nel suo rapporto.