Il lusso ha perso smalto o è un settore su cui puntare ancora? E domanda che molti operatori del settore si pongono in questo momento, alla luce del mutato contesto macroeconomico che ha fatto segnare una brusca battuta d'arresto anche a quei brand fino a ieri inarrestabili, come Gucci e Bulgari, che finora avevano sempre accontentato sia i consumatori sia gli investitori. Come hanno messo in luce Antoine Colonna, e Paola Durante, di Merrill Lynch, il settore non deluderà nel lungo termine come accaduto nel caso di molte società della new economy. Come mostrano le stime elaborate dalla banca d'affari americana, che prevede un aumento del mercato mondiale del 3,2% da 155 a 160 miliardi di dollari, valore che dovrebbe salire a 165 miliardi di dollari nel 2005.
Questo perché, come ha evidenziato Gilles Lequeux, analista di WestLB Panmure, (investment bank anglo-tedesca di WestLB, la quarta istituzione bancaria della Germania), i driver della crescita a lungo termine non si sono modificati. «C'è da aspettarsi un aumento della ricchezza globale, soprattutto negli Stati Uniti», ha detto l'analista francese, «che si va ad aggiungere a una nuova classe ricca che si sta creando nei paesi emergenti e a un mercato sempre più ampio nei paesi sviluppati.
Secondo gli analisti l'attuale penalizzazione del corso dei titoli del lusso è da attribuire al forte elemento d'incertezza legato alla possibile guerra contro l'Iraq che frena i grandi investitori. Per molti osservatori, anche la certezza di un conflitto potrebbe innescare un'improvvisa ondata rialzista e c'è chi dice che investire potrebbe già essere troppo tardi. Dal canto loro le grandi aziende quotate, tutte impegnate anche in situazioni di turnaround di marchi (Gucci con Saint Laurent, It holding con Ferré, Lvmh con Fendi e Donna Karan) stanno mettendo in atto strategie disciplinate di attento contenimento dei costi per salvaguardare i margini ma continuano a investire soprattutto nel retail sperando di poter beneficiare quanto prima degli investimenti effettuati in tempo di crisi.
Quali dunque le azioni su cui puntare? Secondo WestLB Panmure i titoli migliori sono Lvmh e Dior (controllante di Lvmh). «La politica di taglio dei costi è stata portata avanti con successo», ha detto Lequeux, «la semestrale di Lvmh ha superato il consensus degli analisti, l'azienda sta rifocalizzando l'attenzione sul core business». Punti critici sono la sensibilità delle vendite al travel retail (17% del fatturato) e al rapporto yen/dollaro. Tra Dior e Lvmh l'analista consiglia il secondo perché esiste una speculazione circa un possibile fusione di Dior con Lvmh, perché i diritti di voto di Arnault dovrebbero ridursi al 45,35% contro il 65,21% di oggi e poi perché meno difensiva di Dior (WestLb Panmure si dichiara positiva sul settore nel suo complesso).