Di design e di moda 'made in Italy' si parla nel mondo da parecchi anni e l'argomento, lungi dall'essere considerato vecchio, non smette di monopolizzare gran parte delle forze economiche nel nostro Paese procurando ancora buoni profitti, nonostante la forte aria di crisi nei mercati mondiali.
Ma i due comparti più famosi dell'economia italiana, pur avendo modi di pensare e operare che si trasformano in attività industriali basate sulla creatività e strade di espansione simili, non hanno mai unito le forze direttamente. Ora il vento sta cambiando e sembra giunto il momento della collaborazione costruttiva. Protagoniste le associazioni di settore, Adi Associazione per il design industriale e Camera nazionale della moda, che riunite recentemente hanno tracciato le linee di un manifesto comune.
Ma per il momento il pallino passa all'Ice (l'Istituto per il commercio estero) che ha organizzato a breve uno stage in Italia di architetti giapponesi per promuovere i nostri prodotti nel Far East, una mostra a Tokyo dal titolo «Italian Design World» curata da Massimo Iosa Ghini architetto e designer tra i più noti e, infine, a Oslo la diciannovesima edizione del Compasso d'Oro.