Moda In, Pratoexpo, Première Vision, Shirt Avenue, Ideabiella. Ci sono tanti modi per vedere i tessuti. E forse troppi posti e troppe date. Il frastagliato calendario della moda piace sempre meno alle imprese. E quando le cose non vanno bene, come succede adesso, le presentazioni divise nel tempo e nello spazio diventano un problema in più. Molti compratori che arrivano dall'estero non possono sostenere i costi di tutte le rassegne e finiscono per rinunciare a uno o più appuntamenti.
«Bisogna trovare una soluzione comune per razionalizzare le presentazioni», spiega Paolo Zegna, presidente di Ideabiella. «Ci pensiamo da tempo ma ormai è obbligatorio fare alleanze, unire le forze per non disperdere le risorse e organizzare gli eventi in maniera più razionale» .
Uno degli ostacoli alla nascita di una grande fiera del settore è sicuramente il campanilismo che non facilita l'incontro tra le diverse anime del tessile italiano: ogni distretto è un mondo a sé e fatica a comunicare con gli altri pianeti del sistema. L'altro ostacolo è fisico: «Non c' è una sede capace di ospitare tutti» , dice Zegna.
La fiera unica del tessile è un pallino di Luciano Barbera. « Andiamo tutti compatti a Parigi per Première vision e poi in Italia siamo maestri della divisione, con mille appuntamenti che indeboliscono il sistema. Riuniamoci attorno a un tavolo e se non ci riusciamo da soli ci obblighi il Governo: creiamo un grande momento del tessile italiano, che sia all'altezza del prestigio dei nostri prodotti, e concentriamo i nostri sforzi e le nostre presentazioni su questa grande rassegna. Naturalmente, senza più andare a Première vision» .