«Certo che dobbiamo investire di più al Sud: il presidente Ciampi ha ragione da vendere. Lo penso come italiano e come imprenditore. Dal Veneto, e da Treviso in particolare, lo stiamo già facendo e lo faremo sempre di più. Ma perché solo da Treviso? Perché non anche, per dire, da Biella e Prato? Il monito del capo dello Stato è sacrosanto, ma non è certo rivolto a noi, bensì a chi non fa come noi». Non si pone proprio sul banco degli imputati il «signor Geox» Mario Moretti Polegato, padre dello sbarco in massa delle imprese italiane in Romania negli ultimi dieci anni.
La sua «scarpa che respira», sorta dal nulla sette anni fa, è oggi una multinazionale da cinque milioni di paia l'anno, e con una crescita che anche nel disastroso 2002 sfiorerà il 30 per cento con 200 milioni di euro di fatturato. In Italia gli stabilimenti Geox non scendono oltre le Marche, distretto delle scarpe di moda.
Nella stessa direzione va l'accordo tra Padova ed Enna, quanto mai emblematico: la provincia veneta a minor disoccupazione (3,1%) contro quella dal primato italiano negativo (23,2%, con il 61,4% tra i giovani); la provincia con i terreni industriali più cari (180 euro al metro quadro) contro quella a più buon mercato (2,9 euro). «Ma perché solo il Veneto, perché non si muove tutto il Nord?», ripete Polegato. «Beninteso, non risolveremo i problemi del Sud finché lo Stato non avrà il controllo del territorio. Nessuno investe se teme di dover soggiacere alla criminalità o scendere a patti. è un problema di ordine pubblico. Lo Stato sia più presente, se serve mandi l'esercito: arriveranno le industrie dal Nord e pure quelle dall'estero, oggi inesistenti».