Nel 2003, Swatch festeggerà i suoi primi 20 anni. E' dunque epoca di bilanci, non solo finanziari, visto che ci sono tutte le avvisaglie di una svolta storica. Alla quale concorrono anche le riflessioni imposte da un periodo in cui i risultati economici non sono più brillanti come un tempo. E che vede, se non un declino di quello che è sicuramente uno dei più forti fenomeni commerciali e di costume della nostra epoca, almeno il suo ridimensionamento e l'accerchiamento da parte della sempre più competitiva concorrenza di una nuova generazione d'orologi firmati dai designer e da stilisti di maggior successo.
E' opinione diffusa che, a fronte di un'innegabile continuità e vitalità dello spirito creativo di Swatch, le vendite stiano un po' segnando il passo. A confermare questa sensazione, intervengono gli ultimi dati finanziari di The Swatch Group: riguardo allo scorso anno, è stata infatti dichiarata una cifra d'affari di 4.181milioni di franchi svizzeri, contro i 4.263 milioni del 2000. Un calo dell'1,9% nelle vendite, che rappresenta la prima flessione registrata dal 1995. In particolare, la divisione orologeria, che rappresenta il principale business di The Swatch Group (ben il 75%, mentre il resto è costituito da componentistica e sistemi elettronici) ha fatto registrare un calo del 2,8%.
Altra svolta è il passaggio di consegne: il fondatore e presidente Nicholas Hayek Senior si appresta a cedere il testimone (dall'inizio del 2003) al figlio Nicholas Hayek Junior. «Non è esatto parlare di flessione. Non dobbiamo dimenticare che i1 2000 – commenta il futuro presidente di The Swatch Group è stato l'anno record della nostra storia, con ottimi risultati ottenuti anche nel profit. Nel 2001 siamo andati allo 0,7 in meno rispetto al famoso anno record. Se si considera a tutti gli effetti che periodo difficile sia stato il 2001, si vede che i risultati non sono affatto negativi. E, in ogni caso, migliori di quelli dei nostri competitors».