Arquati scivola in Borsa sulla mancata certificazione del bilancio 2001 da parte di PriceWaterhouseCoopers.
Con la flessione del 4,72% a 1,05 euro, attraverso un volume di scambi pari a poco meno di 106mila titoli, Arquati ha visto svanire oltre la metà del progresso che le azioni emiliane vantavano rispetto all'inizio dell'anno. Era naturale attendersi un atteggiamento di questa natura dal mercato, peraltro proprio in una seduta che invece ha visto premiato quasi tutto il listino, e questo perchè la bocciatura del bilancio è evento, a parte l'ultimo periodo, abbastanza raro.
La società, che ieri ha preferito non dichiarare nulla dopo il comunicato di lunedì scorso, dall'inizio di questo mese ha un nuovo vertice, operazione resasi necessaria dopo la morte del fondatore del gruppo Franco Arquati. Le redini della società sono state prese in mano dal fratello del defunto, Ettore Arquati, che è il nuovo presidente, e da Pierluigi Novello, da oltre 15 anni in azienda, che è stato cooptato nel consiglio e nominato vice presidente ed amministratore delegato con poteri di gestione ordinaria a delega in campo finanziario.
Sostanzialmente toccherà a loro due fare chiarezza e magari rimettere a posto quella parte del bilancio 2001 che ha impedito a Pwc di firmare il bilancio. E non sarà facile mettere ordine nello «stato di tensione finanziaria in cui si trova il gruppo», secondo quello che scrive la società di revisione nella relazione mandata ai soci, alle autorità della Borsa di Milano e alla Consob.