Il deposito delle offerte non binding, cioè non ancora vincolanti, è fissato per la prima settimana di giugno. E in vista della scadenza contatti ed esplorazioni sono stati già attivati i potenziali pretendenti da Csfb, advisor incaricato dai fratelli Santo a Donatella Versace di trovare un partner finanziario disposto a comprare dai soci circa il 30% della Gianni Versace spa.
Ma alcuni termini dell'operazione stanno creando rallentamenti e difficoltà di percorso, al punto da lasciare ipotizzare che alla scadenza di giugno le offerte saranno meno numerose della decina di manifestazioni di interesse fin qui presentate. Si sono già defilati il fondo Opera e Investitori associati, scoraggiati dall'esiguità della quota offerta e dalla volontà espressa da Santo a Donatella di poter gestire in assoluta autonomia la maison. Le stesse ragioni hanno un po' raffreddato anche Cvc capital partners e Doughty Hanson, che pure restano in corsa.
Più determinate, secondo chi ha in mano il dossier, si stanno dimostrando alcune banche italiane: Sanpaolo Imi (con il braccio nel private equity Nhs), Unicredito e Mediobanca, che ha sollecitato l'interessamento dei fondi Fidia e Athena gestiti da Ignazio Boncompagni Ludovisi. Un interesse, quello delle banche, che guarda anche alle commissioni ricavabili dal futuro collocamento in Borsa della Gianni Versace, valutata nei negoziati circa 500 milioni di euro per il 100%.