Donatella Ratti, presidente e amministratore delegato della società quotata in Borsa, esclude qualsiasi ipotesi di fusione con altre aziende comasche in un momento difficile. Lei è convinta di sopportarlo e nelle settimane scorse non ha nemmeno risposto al telefono a chi si diceva interessato alla Ratti. Qualcuno deve aver pensato che con la scomparsa del fondatore, l'azienda di famiglia potesse essere ceduta. «Ci sono state diverse richieste ma noi non intendiamo vendere: abbiamo avviato un piano di risanamento e rilancio e vogliamo portarlo avanti, sarebbe assurdo fermarci proprio adesso».
Donatella Ratti parla mentre il tessile e il distretto della seta soffrono. Si è lasciata alle spalle un anno brutto, chiuso con un risultato netto negativo di 10,4 milioni di
euro (rispetto alla perdita di 3,8 milioni � del 2000) su un fatturato di 131,5 milioni di euro (in calo del 6,3%).