Tessile e abbigliamento in surplace, ma dal prossimo anno la produzione dovrebbe ingranare la marcia e puntare su ritmi di sviluppo del 2-3 per cento, mentre anche I’export e l’import dovrebbero raddoppiare i tassi di crescita. Sono queste le previsioni elaborate da Studi e analisi finanziaria di IntesaBci nella tradizionale Analisi dei settori industriali curata da Prometeia e IntesaBci di prossima pubblicazione.
«Dopo un consuntivo 2001 opaco per l’abbigliamento e decisamente negativo per il tessile, osserva Fabrizio Guelpa, economista di IntesaBci, quest’anno la produzione di tessile-abbigliamento dovrebbe registrare, a prezzi costanti, valori positivi: 0,5-1 per cento. La vera ripresa è prevedibile dal 2003, con il tessile che si rivelerà più in salute e più dinamico dell’abbigliamento». Il primo dovrebbe marciare su livelli di sviluppo del 3% e l’altro del 2 per cento.
Secondo Guelpa, «la crisi mediorientale verrà superata e i consumatori torneranno ad acquistare quei beni che rimangono i più soggetti a tagli in caso di stasi dei consumi. I prodotti tessili invece cresceranno di più, anche perché con essi si attivano i processi produttivi nei Paesi in via di sviluppo».
Anche Sistema Moda Italia, l’associazione dei produttori del tessile-abbigliamento, conferma sostanzialmente le stime del pre-consuntivo 2001: crescita del fatturato dell’1,7% e dell’export del 6,7 per cento. Secondo Sistema Moda Italia, la nostra filiera ha dimostrato una maggiore capacità di tenuta. Solo chi ha deciso di puntare sul lusso delle vie centrali di New York e Parigi ha sofferto di più.