Il bollettino trimestrale della moda conferma il primato dell’industria italiana. Il processo di concentrazione è continuato anche nei primi tre mesi di quest’anno e le società italiane sono state ancora una volta protagoniste.
Secondo il consueto bilancio fatto da Pambianco Strategie di Impresa, gli italiani hanno condotto quasi metà delle operazioni, comprando 17 società connazionali e altre otto straniere.
Nel complesso, sul mercato mondiale della moda, ci sono state 52 tra fusioni e acquisizioni, sei in più rispetto al primo trimestre dell’anno scorso: in 12 casi sono avvenute nel settore abbigliamento, il più vivace in questo periodo. Scorrendo una dopo l’altra le operazioni compiute tra gennaio e marzo, è evidente la strategia di accentramento di molti gruppi che puntano a rafforzarsi nella produzione e a dipendere sempre meno da licenze o aziende che lavorano in conto terzi.
Un’altra ricerca Pambianco mette in luce la crescente attenzione della moda al business degli orologi. E ancora una volta gli italiani non stanno a guardare: quasi una licenza su tre riguarda una griffe italiana (sono 24 dei 77 marchi mondiali dati in licenza). Questo dato «è il segno evidente, rileva Carlo Pambianco, del progressivo diffondersi delle politiche di diversificazione dei vari marchi verso tutti i prodotti allo scopo di ammortizzare gli elevati costi di comunicazione sul marchio, richiesti oggi per operare nel mercato globale».