Il Consiglio di Amministrazione di Holding di Partecipazioni Industriali, riunitosi oggi sotto la presidenza di Nicolò Nefri, ha esaminato i risultati consolidati e quelli della capogruppo relativi all'esercizio 2001.
Il progressivo rallentamento della congiuntura economica, particolarmente significativo negli ultimi mesi, che ha caratterizzato il 2001 ha ovviamente influenzato anche i risultati economici del Gruppo.
La decisione assunta dal Consiglio di Amministrazione nella prima parte dell'anno, di concentrare l'impegno del Gruppo nel settore editoria e comunicazione e di dismettere quindi moda e abbigliamento, ha comportato per le società di tali settori un processo di riorganizzazione i cui effetti ne hanno vieppiù penalizzato i relativi risultati. Il processo di dismissione di tali attività è già in fase avanzata: a fronte dello stesso sono stati prudenzialmente accantonati circa 140 milioni di euro.
In questo scenario risulta particolarmente significativo il miglioramento nell'ultimo trimestre, rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente, dovuto alle azioni intraprese per contrastare gli effetti negativi della congiuntura.
I ricavi netti consolidati ammontano a 3.357,2 milioni di euro, sostanzialmente in linea con i 3.357,7 del 2000 e sono frutto di andamenti contrapposti: all'incremento del 14,9% registrato da RCS (anche in considerazione del mutato perimetro di consolidamento), fa riscontro la flessione dei ricavi di Fila del 2,4%, a causa della cessione di filiali e attività non profittevoli, e del 39,7% di GFT NET per la progressiva dismissione di attività.
I consumi di beni e servizi sono pari a 2.665,6 milioni (+3,3%) in seguito a un incremento del costo del prodotto, mentre il costo del lavoro rimane sostanzialmente invariato (585,6 milioni contro 573,8 del 2000).
Il margine operativo lordo è conseguentemente di 116,2 milioni (201,4 nel 2000) e il risultato operativo è negativo per 33 milioni (era positivo per 56,6 nel 2000).
Ammortamenti e svalutazioni restano sostanzialmente in linea col precedente esercizio (149,2 milioni contro 144,8 milioni) per un incremento dei primi, dovuto al diverso perimetro di consolidamento, e un calo delle seconde.
Il risultato netto di competenza è negativo per 232,1 milioni, rispetto ad un utile netto di 39,5 milioni del precedente esercizio.
Il fatturato è stato prodotto per il 49,5% in Italia, per il 25,7% negli altri Paesi europei, per il 13,8% negli Stati Uniti, per il 7,8% nell'Estremo Oriente e per il 3,2% nel resto del mondo.
Va sottolineata la significativa crescita di RCS in Europa, coerentemente con la strategia di sviluppo del Gruppo.
Con riferimento ai dati patrimoniali, il capitale investito netto è di 1.939,9 milioni (era pari a 1.993,0 nel 2000). La variazione è riconducibile all'aumento della voce �Fondi per rischi ed oneri� (295,9 contro 233,2 milioni) in previsione dell'esigenza di far fronte ad eventuali oneri connessi alle dismissioni e ai progetti di ristrutturazione e ridisegno delle altre attività.
Il patrimonio netto consolidato al 31 dicembre 2001 risulta di 1.138,8.
L'indebitamento finanziario netto passa da 409,1 milioni a 594,4 milioni: la crescita è principalmente ascrivibile a nuovi investimenti intervenuti nel corso dell'esercizio, tra cui i software, i macchinari e gli impianti relativi allo sviluppo delle pagine a colori del settore quotidiani di RCS. Pur in un contesto negativo il flusso finanziario della gestione operativa è quindi risultato in equilibrio.
I dipendenti (media annua) sono scesi da 11.269 unità (6.254 in Italia) a 10.849 (5.313 in Italia).
HdP S.p.A.
Il bilancio della capogruppo chiude con un risultato netto di competenza negativo per 123,7 milioni contro un utile netto per 64,1 milioni dell'esercizio precedente, determinato prevalentemente dalla svalutazione delle partecipazioni.
Le rettifiche di attività finanziarie ammontano infatti a 199,7 milioni e si riferiscono a GFT NET (73,3 milioni), a Fila (102,4 milioni), a HdPnet (15,7 milioni) e per 8,3 milioni ad altre minori.
Inoltre è stato effettuato un accantonamento di 78,8 milioni a fronte degli oneri che si prevede possano scaturire dal processo di dismissione dei settori moda e abbigliamento o, in alternativa, delle ristrutturazioni necessarie qualora tali dismissioni dovessero essere rinviate.
L'analisi delle altre poste del conto economico evidenzia:
dividendi (e i relativi crediti d'imposta) per 135,4 milioni e proventi finanziari netti per 30,2 milioni, in riduzione rispettivamente di 64,2 e di 0,2 milioni;
spese di funzionamento in riduzione del 12,6%, da 38,2 milioni a 33,4 milioni, come conseguenza del più generale contenimento dei costi. Al netto dei canoni di leasing le spese stesse si riducono del 17% circa e passano da 27,7 a 23,1.
Il capitale investito netto di 1.151,4 milioni è inferiore di 153,6 milioni rispetto allo scorso esercizio (1.305,0).
La diminuzione delle disponibilità finanziarie nette, che passano da 418,0 milioni a 254,7, è correlata alla sottoscrizione dell'aumento di capitale in Fila per 126,7 milioni, a maggiori finanziamenti di carattere strutturale concessi alle controllate (RCS Livres e GFT NET) e all'acquisto di azione proprie.