Momento non brillante per il settore calzaturiero italiano che, secondo il preconsuntivo del 2001, elaborato dall'Anci e presentato oggi, in termini di quantità ha visto calare sia la produzione sia le esportazioni dell'1,7%. Un' inversione di tendenza rispetto ai risultati del 2000 e del primo semestre del 2001 dovuta, secondo l'associazione di settore, al calo della domanda estera.
Secondo la ricerca, se calano i volumi non scendono però i valori: in questo campo la produzione segna un +2,2% e le esportazioni +10,5%, con una dinamica di prezzi che evidenzia una crescita del +3,8% in Italia e del +4,2% all'estero.
Il saldo commerciale, sempre secondo il preconsuntivo 2001 dell' Anci, si attesta a 5.186 milioni di euro, con una crescita del 7,8% rispetto al 2000. Sono dati che, per Antonio Brotini presidente dell'Anci, ''confermano una capacità di posizionamento competitivo delle nostre aziende che non sembra, allo stato dell' arte, venuto meno''. Sul fronte delle esportazioni, nel 2001 la media verso i paesi dell' unione Europea e' negativa in volume (-2,9%) e positiva in valore (+9,2%).
Alla crisi della domanda va aggiunta, secondo Brotini, anche l'inaccessibilità al 60% dei mercati mondiali e le difficoltà di penetrazione in paesi come Cina e India, che applicano elevati dazi di entrata. L' Europa, afferma Brotini, ''deve essere equamente aperta, non irresponsabilmente offerta''. Di fronte al calo della domanda, le imprese italiane hanno ripensato le loro strategie, facendo anche maggior ricorso alla cassa integrazione guadagni.