Romitino non si tocca, parola di Romiti senior. Nelle grandi manovre in corso per disegnare l’identikit della nuova Hdp c’è un punto fermo: la determinazione con cui Cesare Romiti, presidente della Rizzoli-Corriere della Sera, difende la posizione del figlio, Maurizio Romiti, sotto tiro per i risultati disastrosi della società.
Da tempo la gestione di Romiti junior è finita nel mirino di Paolo Cantarella, amministratore delegato della Fiat e rappresentante del gruppo torinese nel consiglio di amministrazione dell’Hdp. Così Maurizio Romiti è finito sul banco degli imputati, anche se finora è riuscito a resistere. E non ha alcuna intenzione di battere in ritirata, come confermano le indiscrezioni sui contatti in corso per la grande alleanza tra i Romiti e Salvatore Ligresti.
Chi sarà l’amministratore delegato della Rcs che governerà l’azienda in piena era Berlusconi? E immaginabile la scelta di un nome condiviso dai vari schieramenti del potere economico? Per Romiti senior il problema non è all’ordine del giorno perché, secondo lui, Maurizio Romiti è perfetto nel ruolo che ricopre attualmente. Difficile prevedere come finirà.
Anche perché, nel frattempo, i conti della Hdp segnano profondo rosso. Non solo. Le trattative in corso per la vendita di Valentino e Fila proseguono a corrente alterna. Un giorno c’è chi scommette sulla loro chiusura in tempi brevissimi. Un altro sembrano sul punto di arenarsi definitivamente. Nell’attesa di verificare come finirà, Maurizio Romiti segue le vicende con un certo distacco. E, in perfetto accordo con il padre, non ha alcuna intenzione di pagare il conto della gestione disastrosa di Hdp.