Giorgio Armani dice: ''Solo la parola lusso mi fa schifo''.
E se c’è chi, come Tom Ford di Gucci, si allontana dai completi di pelle per miliardari che portano il celebre marchio, per esaltare con eccentrico snobismo l’assoluta eleganza “pashtun” del presidente provvisorio dell’Afghanistan, il più combattivo di tutti risulta proprio Giorgio Armani, che ieri presentava la sua collezione uomo Emporio e Jeans e oggi presenta la Giorgio Armani, solitamente lussuosa, adesso forse solo costosamente chic.
Ha detto ieri lo stilista che nel 2000 è stato il più ricco contribuente italiano, con un imponibile di 128 miliardi, 566 milioni e 300 mila lire: «Voglio far capire ai giovani che quello di oggi è un mondo fasullo. Devono capire che è assurdo prostituirsi o rubare per una borsa firmata, perché se non si possiede quel certo oggetto non si è nessuno». Sfilavano ieri i suoi bellissimi capi, con i quali, ha detto: «Ho voluto rendere omaggio alla classe operaia, alla dignità degli operai con la loro semplicità, razionalità. Rappresentano un modo di vivere, un rigore paragonabile all’esoterismo dell’India».
«Io non penso di avere colpe», spiega soave lo stilista-industriale a qualche temerario che gli ricorda che nelle sue collezioni donna sono capitati l’anno scorso abiti da 100 milioni. «Ho cinque linee: è vero che la prima è costosa, ma via via ci sono le altre sempre meno care. E devo dire che disegno ciascuna col massimo amore pensando a chi dovrà indossare i capi. Quindi chi non può permettersi un completo può acquistare un mio jeans, una maglietta di cotone e troverà oggetti che danno eleganza, perché il lusso, anche se di questa parola non se ne può più, e l’eleganza devono essere alla portata di tutti».
sintesi dell'articolo di Natalia Aspesi a cura di Pambianconews