Brunello Cucinelli, il re umbro del cashmere, non cessa di stupire. Fin dagli inizi della sua produzione, che oggi ha ormai raggiunto un fatturato di 110 miliardi con un utile di oltre 6 miliardi e mezzo nel 2001, è stata impostata come un laboratorio di umanesimo applicato all’impresa. Invece che piazzare i suoi macchinari in un capannone, Cucinelli aveva scelto fin da subito, nel ‘78, di ristrutturare un borgo medievale, Solomeo, a pochi chilometri da Perugia. E di valorizzare al massimo le risorse umane, facendo della partecipazione una prassi quotidiana, tanto da attirare l’attenzione degli studiosi della Bocconi per la particolarità del suo stile manageriale.
Ma ora che il suo marchio è diventato una stella fissa nel firmamento del made in Italy e la ristrutturazione è finita, sì parte subito per una nuova avventura. Ed ecco nascere il progetto di un Foro delle arti, un teatro e allo stesso tempo un ginnasio nel senso greco del termine, destinato a ospitare rappresentazioni ma anche conferenze, dibattiti, concerti e a completare lo spazio urbano di Solomeo, l’antico borgo richiamato a nuova vita.
sintesi dell'articolo di Elena Comelli a cura di Pambianconews