«I primi sei mesi del prossimo anno saranno difficili, ma poi il mercato ripartirà». Domenico De Sole, presidente e amministratore delegato di Gucci, non abbandona il tradizionale ottimismo. Il 31 ottobre scorso, il gruppo fiorentino ha chiuso il terzo trimestre con ricavi per 566,2 milioni di dollari, a fronte dei 615 milioni dello stesso periodo del 2000. L’utile operativo, prima degli ammortamenti per avviamento e marchi, è stato di 80,9 milioni di dollari. Un anno prima era stato di 133 milioni. Il risultato netto è sceso a 56,3 milioni di dollari (114,2 milioni nel 2000) e l’utile diluito per azione si è fermato a quota 0,55 dollari, rispetto a 1,12 dollari di un anno prima.
«Abbiamo conseguito buoni risultati nel terzo trimestre, pur in condizioni commerciali sfavorevoli – commenta De Sole -. Il mercato globale dei beni di lusso continua a risentire del rallentamento economico mondiale e dell’impatto dell’attacco terroristico dell’11 settembre sul turismo e sui viaggi. Ci siamo mossi rapidamente e siamo stati molto aggressivi nel ridurre i costi operativi – continua il presidente di Gucci -. Nell’attuale contesto economico estremamente volatile questo rappresenta la condizione necessaria per mantenere livelli di redditività elevati».
Il gruppo fiorentino investirà nel 2002 oltre 200 milioni di dollari. Tra i progetti in programma, l’apertura di nuovi negozi a Milano e a New York.
sintesi dell’articolo di Cesare Peruzzi a cura di Pambianconews