E’ prevista per gennaio o al massimo febbraio del 2002 l’integrazione nella lt Holding della Gianfranco Ferrè, marchio storico della moda made in Italy, ma con i conti in rosso. E’ con questa mossa che Tonino Perna, presidente e amministratore delegato della holding del lusso, intende prendere in contropiede Luigi Giribaldi, socio al 20,3% tramite Banca del Gottardo in It Holding, che negli ultimi giorni ha infiammato il mercato e che potrebbe avere arrotondato il portafoglio di azioni.
Giribaldi ha infatti sollevato il problema del conflitto di interessi per gli amministratori di lt Holding, in base all’articolo 2390 del Codice civile. E così Perna, che controlla la maison di via Pontaccio attraverso la finanziaria di famiglia Gtp, accelera sui piani di integrazione, anche se alla Ferrè non ricopre cariche operative. E nel contempo prepara per Giribaldi una poltrona nel consiglio di amministrazione, che potrebbe essergli offerta già nell’assemblea in calendario il 20 dicembre.
Ma torniamo al business plan della maison di via Pontaccio, messo a punto dal direttore generale Roland Bohler insieme alla Bain & Co, e allo stesso Ferrè (presidente e direttore artistico), innanzitutto, è previsto un drastico turnaround dei conti: già a fine 2002, i ricavi consolidati (incluse le attività in licenza alla stessa lt Holding) sono stimati in crescita a 150 milioni di euro, con un Mol vicino al 13% e un risultato operativo di oltre il 7,5 per cento.
Lo sviluppo strategico prevede di arrivare addirittura a quota 459 milioni di euro nel 2005, con un Mol di quasi il 20% e un risultato operativo che sfiorerà il 18 per cento.
Il piano di rilancio della maison di via Pontaccio prevede tra l’altro, alla scadenza di fine 2003, il taglio delle attuali licenze con Marzotto (Studio e Gff sono le due più importanti), anche se inizialmente era stata ipotizzata l’opzione del rinnovo con il gruppo di Valdagno ma attraverso una joint venture.
sintesi dell'articolo di Paola Bottelli a cura di Pambianconews