La battuta circola da qualche giorno ed è fin troppo facile: Bernard Arnault è diventato il campione mondiale del 'profit warning'. In effetti, il presidente e proprietario di Lvmh (Louis Vuitton Moet Hennessy) è riuscito a lanciare tre avvertimenti nel giro di neanche sessanta giorni, segno che la visibilità nel mondo del lusso non è molto più ampia di quella consentita dalle nebbie padane. Certo, Lvmh non è solo, i suoi principali rivali (Richemont e Gucci) non sono messi meglio, ma il leader mondiale rischia di pagare più di tutti la crisi apertasi l'11 settembre.
Nella primavera scorsa, Arnault si era fissato per il 2001 un obiettivo di crescita del margine operativo lordo del 10 per cento. «E' un obiettivo, non una previsione», aveva aggiunto prudentemente. In sessanta giorni, l'obiettivo è diventato un ricordo di altri tempi: il primo “profit warning” parlava di un aumento compreso fra il 5 e il 10 per cento, il secondo di un risultato uguale a quello del 2000, il terzo parla di un ribasso compreso fra il 10 e il 15 per cento. E nessuno può escludere un quarto avviso.
La multinazionale francese realizza il 28 per cento del suo fatturato negli Stati Uniti e il 16 per cento in Giappone e questi due semplici dati bastano a dimostrare la fragilità della sua posizione in questo momento. Ma non è solo questo ad allarmare analisti e operatori di Borsa. Lvmh, infatti, è colpita due volte dalla crisi attuale: in primo luogo, sono colpiti i suoi marchi; in secondo luogo, la sua attività nei Duty free shop, calata verticalmente come il traffico aereo. I primi dati sono significativi: il fatturato è sceso dell'8 per cento in settembre e del 5 per cento in ottobre.
Paradossalmente, secondo alcuni analisti, la salvezza per Arnault potrebbe venire proprio dai grandi marchi, come Louis Vuitton, Givenchy o Christian Dior (che peraltro non fa parte di Lvmh, ma è controllato direttamente dalla famiglia Arnault). E' vero che le spese voluttuarie sono le prime ad essere soppresse nei momenti di crisi, ma i marchi forti riescono a conquistare nuove quote di mercato durante le fasi di ciclo basso. Nell'immediato, tuttavia, ci sarà da soffrire.
sintesi dell'articolo di Giampiero Martinotti a cura di Pambianconews