L'industria italiana del tessile e dell'abbigliamento ha segnato, nel 2000, un incremento del 5,7% per quanto riguarda il fatturato, arrivando a quota 91.200 miliardi di lire, in piena ripresa dopo la crisi del '99, quando perse il 3%. Grazie anche alla forza del dollaro, che ha reso i nostri prodotti più competitivi, le esportazioni del tessile-abbigliamento sono cresciute lo scorso anno del 14,9% (pari a 52.371 miliardi di lire). Le importazioni sono aumentate dell'11,2%, pari a un importo di 25.507 miliardi.
Il saldo positivo risulta dunque pari a 26.864 miliardi di lire, con una crescita dell'11,2% rispetto al 1999 (dati del Sistema Moda Italia).
Al suo interno, estremamente positivi i risultati dell'industria laniera: nel 2000 il valore della produzione è stato pari a 11.200 miliardi di lire (+ 8%): una crescita superiore di oltre due punti a quella media dell'industria del tessile e dell'abbigliamento.
L'industria serica, dopo una successione di anni negativi, ha vissuto nel 2000 una poderosa riscossa (+ 9,2% di fatturato).
Per quanto riguarda l'industria dell'abbigliamento, della maglieria e della calzetteria, il fatturato, pari a 54.222 miliardi, è cresciuto del 5,7%. Il 2000 è stato un anno estremamente positivo anche per l'industria dei filati, in particolare per la produzione laniera, che ha raggiunto un export per circa 5.200 miliardi (il 37% delle esportazioni europee di filati) con un incremento del 23% rispetto all'anno precedente, a fronte di importazioni per 4.900 miliardi di lire, determinando quindi un saldo positivo della bilancia dei pagamenti di 300 miliardi di lire.
Anche i filati di cotone hanno avuto un incremento di export del 15,8%, mentre i filati di fiocco sono cresciuti del 24,1% e i filati da fili continui del 27,5%.