Era difficile pensare che anche una mostra con un trend di crescita come Pitti Immagine Casa – 221 collezioni di moda per la casa (biancheria, tessuti, oggetti e complementi d’arredo, profumi ed essenze), di cui 71 estere – non risentisse di una situazione così difficile come quella che si è creata in questa fine estate del 2001 per il concorso di diversi fattori.
E infatti i dati di affluenza dei compratori alla 25esima edizione della fiera registrano un calo del 19% rispetto all’edizione del settembre 2000: su un totale di 4.917 operatori gli italiani sono stati 4.423 compratori italiani (contro 5.427) e gli esteri 494 (contro 648). A essi vanno aggiunti gli altri visitatori (studi di design e di architettura, stilisti etc.), rappresentanti e agenti, fornitori, addetti alla comunicazione etc. per un totale di altre 4.000 presenze nei tre giorni di apertura. In Europa, sui livelli del 2000 tengono la Spagna (67 contro 72), la Grecia (43 vs 44), il Belgio (26 vs 26) e l’Austria (14 vs 17); calano Germania (53 vs 73), Francia (33 vs 84), Gran Bretagna (17 vs 33) e Svizzera (19 vs 29). Tra i paesi asiatici crescono addirittura Corea e Taiwan, mentre arretra il Giappone. Dagli Stati Uniti sono venuti 38 compratori contro i 60 del 2000 – e sembra quasi un miracolo, visto che molti di essi sono negozi newyorkesi. Si fanno avanti invece i compratori dell’est (Russia, Slovenia, Ungheria) – una novità confortante.
Da quel fatidico e terribile 11 settembre il mondo intero vive sentimenti di paura, di incertezza riguardo il futuro, di attesa degli eventi – che si riflettono sui gesti e i pensieri quotidiani esattamente come sugli scambi, sui consumi, sulle decisioni di investimento. L’economia Usa tuttavia aveva già iniziato da parecchi mesi a rallentare e la produzione internazionale si è trovata senza la spinta incessante dei consumi americani, visto che l’Unione Europea ha mantenuto dinamiche di crescita contenute per tutto l’anno. Il sistema moda italiano ha perso smalto all’inizio dell’estate dopo un’ottima prima parte dell’anno, mentre il settore del tessile per la casa proprio nel corso del 2001 sembra essersi preso una pausa dopo tre anni di galoppo. E infine sono intervenuti anche fattori contingenti, come lo sciopero dei treni, che ha condizionato pesantemente le affluenze dei compratori italiani.
In questo quadro, i commenti degli operatori e anche gli stessi risultati (che seguono un triennio di crescita complessiva dei numeri della fiera del 40% circa, sia per espositori sia per compratori) indicano però che il mercato ha tenuto, che c’è voglia di reagire e di confrontarsi – e poi confermano la centralità strategica di Pitti Immagine Casa per posizionamento, credibilità, esperienza: le doti indispensabili per affrontare e gestire una fase in cui alcune situazioni e soluzioni date per acquisite possono e devono essere riaffrontate. Il mercato internazionale della casa infatti è in una fase di grande evoluzione, che si fa sentire anche in Italia: aumenta l’interesse dei consumatori per un’offerta ispirata ai diversi “stili di vita” e cambiano anche le combinazioni merceologiche nei punti vendita più aggiornati. Questo processo – dicono gli organizzatori di Pitti Immagine – va monitorato e a esso andranno date con rapidità risposte adeguate.