Il settore del tessile abbigliamento deve vedersela con il calo della domanda nei principali mercati internazionali, che fanno prevedere un 2002 pieno di incognite. Sulla moda grava una duplice incertezza, e il panorama internazionale è decisamente preoccupante con la Germania a crescita zero, l'America debole e il Giappone in calo costante da cinque anni. Di conseguenza l'ombra si proietta su abiti e accessori del Made in Italy.
I mercati tradizionali che rappresentano l'80% dell'export dell'abbigliamento italiano proseguono la discesa e non riescono ad essere competitivi con i mercati emergenti. Il settore dell'abbigliamento deve inoltre scontare il fatto che, negli ultimi anni, non ha premuto l'acceleratore quando avrebbe potuto, con iniziative sui nuovi mercati.
In un recente incontro tra Antonio Marzano, ministro per le Attività Produttive, Adolfo Urso, e Mario Boselli, presidente della Camera Nazionale della Moda si è a lungo parlato di una ripresa dei progetti speciali del “tavolo moda”, attraverso politiche di sostegno simili a quelle dei concorrenti.
Al contrario, al trend decrescente dei mercati calzaturieri rispondono con un certo ottimismo, forti di un primo trimestre dell'anno segnato da segni più che positivi. Ma chiedono aiuto al governo attraverso la creazione di progetti seri e in particolare facilitazioni reali per investire nel sud dell'Italia, visto che non tutti vogliono delocalizzare all'estero.