Giorgio Armani, ormai si sente più imprenditore che stilista. Infatti in questo periodo è maggiormente impegnato sul fronte gestionale-operativo per creare basi solide che gli consentano di divertirsi facendo lo stilista.
Negli ultimi mesi Armani ha completato l'integrazione chiudendo il lunghissimo contratto di licenza con il gruppo Gft e iniziando a produrre direttamente le collezioni uomo e donna grazie ad accordi con specialisti del calibro, rispettivamente di Zegna e Vestimenta. Inoltre sono allo studio investimenti nella distribuzione e nei negozi. Nel giro di un anno la struttura del gruppo sarà a regime. Intanto stanno studiando progetti per orologi e gioielli di lusso, oltre che l'espansione in mercati come Russia e Cina. Nel cassetto c'è anche il settore alberghiero. Il gruppo è sempre stato in grado di autofinanziare i suoi progetti e non pensa ad un'eventuale entrata in Borsa.
Nel 2001 il fatturato consolidato del gruppo Armani crescerà tra il 20 e il 25% rispetto all'anno precedente, e sarà quindi compreso tra i 2.400 e i 2.500 miliardi di lire.
La divisione per aree geografiche mostra una crescita delle vendite retail del 19% in Europa, del 13% in Asia-Pacifico e del 4% in Nord America.
Nella seconda metà dell'anno proseguiranno gli investimenti che manterranno il ritmo dell'anno precedente, cioè oltre quota 200 miliardi di lire. Tra i principali di quest'anno, l'apertura di negozi di proprietà con l'insegna Armani Collezioni a Milano, Parigi, e Francoforte; 33 nuovi negozi sparsi in tutto il mondo, oltre al rinnovo di altri 20; l'apertura della nuova sede commerciale mondiale e del teatro per le sfilate a Milano, disegnato dal giapponese Tadao Ando, che sarà inaugurato con la presentazione della collezione donna P/E 2002.