Le agevolazioni che saranno adottate per chi riemerge dal nero, a maggior ragione dovrebbero essere applicate alle aziende sane e in regola che decidono di insediarsi nel sud. Questo è il punto da cui parte Vittorio Giulini, presidente di Sistema moda Italia, per creare dei distretti clonati nel Mezzogiorno nel settore tessile-abbigliamento e della moda in generale. Per realizzare ciò servono delle condizioni: il costo del lavoro sia più basso possibile, la disponibilità di aree gratuite, finanziamenti a tasso zero e la massima semplificazione nell’insediamento.
L’Italia ha un costo del lavoro molto alto nel settore tessile ma il confronto internazionale dimostra che è una battaglia persa.
Bisogna dare alle aziende italiane altri vantaggi per attrarle nel mezzogiorno ed evitare che delocalizzino all’estero certe attività.
La Romania ha infatti dimostrato che si può trasferire il modello di distretto creando 150mila posti di lavoro con condizioni molto attraenti per gli italiani che si sono trasferiti.
Delocalizzare è quindi una nuova prospettiva e una condizione su cui non si può non soffermarsi è il costo del lavoro e della manodopera che per i distretti tessili pesa per oltre il 60% del valore aggiunto.
Su aziende con un’altissima intensità della manodopera pesa molto anche l’Irap. Per Bonomi, presidente dell’Ati si tratta di un imposta concettuale sbagliata perché colpisce chi ha più dipendenti e più lavoro, e in certi casi diventa un incentivo in più alla delocalizzazione.