Alla rassegna dell`abbigliamento maschile Pitti, che ha aperto ieri i battenti a Fortezza da Basso, l`incertezza regna sovrana.
Il rallentamento delle vendite nella distribuzione organizzata nei principali mercati mondiali potrebbe essere il sintomo di un autunno "freddo".
Matteo Marzotto, direttore divisione Ferre`e donna di Marzotto Group, non si dice preoccupato del sell-in quanto del sell-out un po`in tuto il mondo. La sua ricetta: rivisitare il formale puntando su una rilettura meno seria del classico e migliorare il servizio al cliente.
La Canali punta al rafforzamento nello sportswear. Il gruppo di Sovico (250 miliardi di fatturato) ha avviato inoltre due anni fa un piano di boutique monomarca.
Corneliani, chiuse le licenze con Trussardi e Krizia, si concentra da quest`anno sul marchio proprio e sulla licenza per Polo Ralph Lauren e per il prossimo autunno si dice ottimsta, dati i segnali di ripresa che arrivano da Stati Uniti, Giappone ed Europa, Italia compresa.
Anche nel mondo del lusso sta cambiando qualcosa.
Secondo Ferruccio Ferragamo, amministratore delegato del gruppo, il mercato e` piu` riflessivo. Si dimostra ottimista verso i ricavi della sua azienda stimati in crescita per il 2001 di un piu` 10%.
Soddisfatto anche Gianluigi Facchini, presente al Pitti con il fire all`occhiello del gruppo Finpart, Cerruti. Le vendite potrebbero attestarsi su un piu` 35%, come l`anno passato.
Ma anche i piccoli non stanno a guardare. Aida Barni, presidente di Annapurna, ha fatto la scelta premiante di presidiare una super nicchia nel cashmere. E la qualita` premia. La meta` del fatturato (34 miliardi) viene dall`export, dove le posizioni sono state mantenute.