La crisi dei consumi di collant (-10%) spinge il distretto a diversificare nell’intimo.
Il distretto di Castelgoffredo (Mantova) comprende circa 300 aziende per un fatturato che supera i 2.000 miliardi. Una delle ragioni della crisi è, paradossalmente, il miglioramento qualitativo dei collant che, diventando sempre più resistenti, fanno calare le vendite.
Altra insidia viene dall’Est europeo dove nuovi produttori stanno entrando nel mercato scalzando i più costosi prodotti italiani.
Quale soluzione? Diversificare puntando sull’intimo. Un esempio viene dalla Pompea di Adriano Rodella (200 miliardi di fatturato nel 2000, con un aumento dell’8% sul ’99): l’intimo vale già il 40% dell’intero business a soli 15 mesi dal via ed ha conquistato il 5% del mercato italiano, come conferma l’amministratore delegato Mario Colombo.
La nuova tendenza è confermata anche dalla famiglia Lonati, gruppo bresciano leader nella produzione di macchinari per calzifici, per i quali la richiesta di apparecchiature per l’intimo ha subito una forte crescita.
Nerino Grassi titolare della Golden Lady spiega perché anche la sua azienda ha preso questa strada: i distributori all’estero chiedevano la diversificazione e il mercato chiedeva un leader forte e competente.
Massimiliano Retta, direttore generale di Csp International, società quotata in Borsa e il cui fatturato nel ’99 è diminuito del 20%, è un altro sostenitore della necessità di cambiamento.