Mario Boselli, presidente della camera della moda Italiana ha presentato ieri la prossima edizione del Pitti, in calendario a giugno a Firenze, dichiarando che qualcosa sta cambiando nel sistema moda.
Dopo i buoni risultati (+7,1% del fatturato) di inizio 2001 e un buon bimestre del 2001(+17,3% della produzione e +19,8% dell’export) si è registrato un improvviso arresto che sembra turbare l’idilliaco momento per il made in italy dovuto all’attuale situazione di Usa e Giappone (principali mercati di riferimento italiani) e dal cambiamento radicale del gusto che ha superato le divisioni stagionali. Questa novità si riflette sul lavoro degli stilisti e del marketing obbligati ad un andamento isterico del mercato.
Sembra, infatti che i tempi della crescita indiscriminata siano ormai lontani e che frenate e accelerazioni diverranno più comuni per gli operatori del settore ai quali non resterà che perseguire la strada dell’adattamento.
Nel 2000 il tessile-abbigliamento ha fatturato oltre 92.000 miliardi, le esportazioni sono arrivate a 52.000 mentre le importazioni sono aumentate del 19% a 25.000 miliardi.