Monnalisa, azienda specializzata nel childrenswear di alta gamma con sede ad Arezzo, ha chiuso il primo semestre del 2023 con ricavi consolidati pari a 21,9 milioni di euro, in calo del 3% rispetto ai 22,6 milioni del 30 giugno 2022. L’ebitda adjusted si attesta a 2 milioni di euro (erano 2,2 nel 2022), pari al 9,1% del fatturato. Dati positivi sul fronte retail che ha invece registrato un incremento del 5% rispetto ai volumi di vendita del semestre corrispondente dell’anno precedente, con ricavi pari a 8,2 milioni di euro rispetto ai 7,8 milioni del 2022.
“Stiamo proseguendo nell’attuazione del nostro nuovo progetto industriale, che integra le strategie di branding e distribuzione del precedente piano con la crescita attraverso accordi di licenza o produttivi con brand della moda per adulti, con l’obiettivo non solo di aumentare i ricavi, ma ancor più la profittabilità del gruppo” , ha dichiarato l’amministratore delegato Christian Simoni. “Il processo di trasformazione che abbiamo eseguito nell’ultimo quinquennio, con enormi investimenti sulle nostre competenze e capacità, di sviluppo prodotto, produttive, logistiche e distributive, ci consentirà, infatti, di sfruttare un significativo effetto leva operativa, potendo crescere senza far ricorso a ulteriori investimenti e con una crescita meno che proporzionale dei costi operativi. In tale contesto, il lancio del progetto La Martina ha un significato importante di progresso nel nostro percorso di cambiamento, prima ancora che costituire un nuovo stream di ricavi, con risultati che saranno visibili dalla seconda metà del prossimo anno”.
L’azienda ha reso noto che nonostante le difficoltà relative al quadro politico-economico generale – che ha avuto riflessi importanti sulla contrazione del fatturato – il gruppo ha registrato un recupero di marginalità rispetto allo scorso semestre corrispondente. “Il canale retail ha registrato un incremento del 5%, 7% a cambi costanti”, si legge in una nota. “Sul totale del fatturato, il suo peso è passato dal 35% al 38% in linea con una strategia sempre più orientata al canale direct to consumer con un conseguente aumento della marginalità complessiva”.
“Guardiamo con fiducia – ha precisato Simoni – al nostro futuro percorso a medio-lungo termine, pur nella consapevolezza del perdurare di un contesto macroeconomico globale volatile, con incertezze legate a rischi di recessione, alla continua pressione inflazionistica e all’instabilità geopolitica, soprattutto in mercati dall’elevato peso specifico per la nostra azienda.” Il canale wholesale ha registrato una flessione del 6 per cento. Sui risultati ha inciso significativamente l’incertezza geopolitica internazionale, ed in particolare il perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina, con impatti negativi su mercati e clienti in cui il gruppo era fortemente esposto. I ricavi del canale e-commerce diretto registrano un decremento nel semestre del 16% rispetto allo stesso periodo del 2022. Anche in questo caso incide negativamente la chiusura di un mercato strategico come la Russia.