La Corea si conferma tra gli orizzonti più promettenti per il lusso mondiale.Se prima il mercato asiatico per l’alto di gamma era rappresentato primariamente da Cina e Giappone, ora spicca anche la terra del K-pop, già dal 2008 nel mirino del settore e che negli anni a venire ha beneficiato di accordi di libero scambio con l’Unione Europea, attirando sempre maggiori investimenti. A fare da traino, anche il sensibile aumento del potere di spesa dei suoi cittadini.
Tra i rappresentanti del lusso a scommettere sul Paese e sulla sua capitale Seoul, epicentro dello shopping e della cosiddetta Korean Wave, c’è Louis Vuitton, che ha scelto proprio la megalopoli sudcoreana come sfondo per la proprio pre-fall, protagonista di uno show in calendario per il 29 aprile. Si tratta di una città già legata al brand, che sceglie di rinsaldare il sodalizio nell’ambito di una partnership piuttosto inedita nel panorama della moda: la maison ha siglato infatti un accordo con la Korea Tourism Organization e il Seoul Metropolitan Government.
L’obiettivo, da perseguire in tutto il 2023 con contenuti ed eventi in tutta la città, è quello di promuovere e incrementare il turismo in Corea del Sud e capitalizzare il potenziamento delle connessioni tra il lusso e l’universo del K-pop.
La partnership si inserisce a sua volta nella più ampia iniziativa turistica ‘Visit Korea Year 2023-2024’, annunciata dal governo sudcoreano per attirare più ‘foot traffic’ in città, promuovendo la cultura coreana e ospitando eventi speciali sul fiume Han per catalizzare l’attenzione internazionale.
La sfilata di fine mese targata Louis Vuitton, la prima in Corea del Sud per il marchio ammiraglio di Lvmh nonché sua prima sfilata in passerella per una pre-fall, si svolgerà proprio sul ponte Jamsugyo, che sovrasta il fiume Hangang, icona della città.
L’alleanza strategia tra la maison e la nazione asiatica è stata annunciata, ricorda Vogue Business, mercoledì durante una conferenza stampa nella capitale, alla presenza di funzionari del governo di Seoul, della Korea Tourism Organization e di Louis Vuitton Korea, ed è stata riportata per la prima volta dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.
La sinergia contempla anche una guida di viaggio digitale dedicata a Seoul e e in particolare al fiume Han, che sarà consultabile sull’app City Guide di Louis Vuitton, un catalogo curato dal marchio con sezioni ad hoc sull’hospitality di lusso ma anche consigli su cibo e ristorazione, punti di riferimento imperdibili e location meno conosciute della città.
A testimonianza della connessione sempre più stretta tra la fashion house e la cultura sudcoreana, Louis Vuitton intanto scelto di avvalersi della consulenza creativa di Hwang Dong-Hyuk, regista della celebre serie tv ‘Squid game’, che lavorerà alla scenografia di un evento che promette di essere esperienziale, anche grazie alla location suggestiva scelta, che per l’occasione attende di ospitare oltre 1.600 ospiti.
E, poco prima, sempre nell’ottica di suggellare il legame con la Corea del Sud, il marchio ha anche nominato il musicista e produttore sudcoreano J-Hope come nuovo ambasciatore della maison.
Sul sfondo c’è un Paese ormai sotto i riflettori, dall’influenza sempre maggiore sia in termini economici sia culturali, potente nel dettare tendenze e fenomeni che velocemente arrivano in Occidente. E il lusso non può esentarsi dal guardarlo con crescente interesse, basti pensare che, secondo un report di Morgan Stanley diffuso dalla Cnbc, “la spesa totale sudcoreana per i personal luxury goods è cresciuta del 24% nel 2022, raggiungendo i 16,8 miliardi di dollari (poco meno di 16 miliardi di euro), pari a circa 325 dollari pro capite”.
La triade dorata del lusso al momento, riporta Korea Joongang Daily, è rappresentata proprio da Louis Vuitton (medaglia d’oro in quanto primo marchio), Hermès e Chanel, che complessivamente hanno realizzato quasi 4 trilioni di won in vendite in Corea nel 2022, in rialzo del 22% sull’anno precedente.