“È talmente ovvio che Marco sia l’amministratore delegato del prossimo capitolo di Gucci. Ho bisogno che lo costruisca con me e sono pienamente fiducioso che ci riusciremo”. Questa dichiarazione del presidente e AD François-Henri Pinault alla testata americana Wwd arriva in un momento cruciale per la casa di moda italiana, smentendo qualsiasi possibilità che dopo l’addio di Alessandro Michele anche il CEO Marco Bizzarri abbandoni la guida del marchio ammiraglio di Kering.
Michele ha lasciato il ruolo di direttore creativo di Gucci lo scorso novembre a causa di una differenza di vedute sul futuro del marchio, diventato negli anni sinonimo dello stile retrò e bohémienne del creativo romano, vicino alla Z Generation e catalizzatore di celebrities del calibro di Harry Styles e Florence Welch.
Il duo Bizzarri-Michele ha contribuito a triplicare le dimensioni di Gucci dal 2015 per raggiungere vendite da 9,73 miliardi di euro nel 2021. Dopo la nomina di Michele nel 2015, Gucci ha registrato una crescita superiore al 35% per cinque trimestri consecutivi entro il primo trimestre del 2018, spingendo il CEO a fissare un obiettivo di fatturato di 10 miliardi di euro per il marchio nel giugno dello stesso anno.
In un recente report Erwan Rambourg, responsabile globale della ricerca sui consumatori e al dettaglio presso Hsbc, ha affermato che Gucci probabilmente farà meglio nel 2023, con il peggio alle spalle. Prevedendo un calo del 12,5% dei ricavi del quarto trimestre 2022, quando il full year di Kering sarà comunicato il prossimo 15 febbraio.
Il successore di Michele non è ancora stato nominato. Intanto, sotto la guida ben salda di Bizzarri al management e la temporanea supervisione del team del brand, Gucci ha dato il via all’era post-Alessandro Michele in occasione di Milano Moda Uomo. In attesa di sapere chi prenderà il suo posto alle redini creative del brand, la collezione maschile autunno/inverno 2023-24 che ha aperto le danze della kermesse milanese appare ben lontana dal decorativismo e dal romanticismo del designer romano, riavvicinandosi a un’essenzialità che sembra il principio di una nuova stagione per Gucci.