Niente charm a forma di fragola, nessuna traccia di Donald Duck né di citazioni letterarie. La prima sfilata di Gucci dell’era post-Alessandro Michele è un repulisti generale che manda in soffitta l’estetica maximalista del designer romano alla guida del marchio italiano di proprietà di Kering fino allo scorso novembre.
In attesa di sapere chi prenderà il suo post, la collezione maschile autunno/inverno 2023-24 che oggi ha dato il via alle sfilate milanesi appare sgombra del decorativismo imperante di Michele e lontana dal suo romanticismo bohémienne. Prevale invece un’estetica vicino al rock anni ’70 come testimoniano i pantaloni skinny in vinile, i maxi blazer, i top glitterati e le borse in pelo animalier. Anche la location, spogliata di qualsiasi scenografia, fatta eccezione per la rock band Ceramic Dog al centro, appare come una pagina bianca su cui scrivere un racconto in divenire.
I simboli della maison sono presenti ma meno evidenti, non mancano il monogram, la banda tricolore verde-rosso-verde, l’inconfondibile chiusura a serpente così come l’iconica borsa Jackie. Il primo look appare una sintesi perfetta di questa stagione: t-shit bianca e ampi pantaloni con le pinces indossati con maxi borsa e cuffia di lana. Gucci riparte dall’essenziale in attesa di nuova linfa creativa.